Sono stati aperti e pubblicati due giorni fa due testamenti lasciati da Giorgio Armani, il grande stilista scomparso il 4 settembre, all'età di 91 anni. I documenti sono stati affidati al notaio milanese Elena Terrenghi.

I due testamenti aperti il 9 settembre sono stati redatti a mano dallo stilista. Consegnati in busta sigillata, quindi in forma segreta fino all'apertura, recano la data del 15 marzo scorso e del successivo 9 aprile. Lo stilista non aveva eredi diretti: due le nipoti, Silvana e Roberta, figlie del fratello maggiore Sergio (scomparso anni fa), la sorella Rosanna e suo figlio, Andrea Camerana. "Il piano di successione l’ho preparato con il mio usuale programmatico pragmatismo e la mia grande discrezione, ma non lo rivelo adesso, perché ci sono ancora", rivelava nel suo libro autobiografico Per amore.

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L'intento di Armani era consegnare nelle mani delle persone a lui più care il futuro del gruppo, attribuendo un ruolo chiave alla Fondazione Armani, creata una decina di anni fa assieme al compagno e storico braccio destro Leo Dell'Orco e al banchiere Irving Bellotti di Rothschild Italia. "Re Giorgio" ha potuto dividere l'eredità senza quote di legittima, che la legge riserva di norma ai parenti più stretti, in sostanza il coniuge e appunto i figli. Quindi a ereditare i beni e il gruppo saranno i tre nipoti, Silvana, Roberta e Andrea, nonché Dell'Orco.

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In ballo non c'è solo il 99,9% del gruppo della moda, ma un patrimonio immobiliare che comprende l'amatissima villa a Pantelleria, la residenza estiva a Forte dei Marmi, dove si trova anche il locale La Capannina acquistato di recente, di fatto l'ultimo colpaccio di Armani motivato con ragioni di cuore. Quindi la casa milanese di via Borgonuovo, Villa Rosa nell'Oltrepò Pavese e altre residenze a Saint Moritz, Parigi e Saint Tropez. Senza contare le opere d'arte.

Tra le ipotesi che circolano nell'ambiente dell'alta moda, quella che Armania abbia riservato lasciti anche alle persone che sono state al suo fianco fin dagli inizi della sua attività, che hanno lavorato con lui e per lui, e magari anche a enti benefici o a sostegno di cause sociali.

irving bellotti

Giorgio Armani, la sorpresa nel testamento: "Scritto di suo pugno"